giovedì 27 dicembre 2012

CORRERE AI RIPARI DOPO LE BOMBE NATALIZIE!


Abbiamo gioito, scherzato, mangiato, scartato, scongiurato catastrofi, brindato e ora? Ti senti appesantito e scruti con perizia il rotolino sulla pancia che ti hanno regalato le festività?!



Non hai seguito il menù pre-natalizio vero…? ( Arrivano le feste ) ma niente paura ;-)

Probabilmente tra i buoni propositi hai deciso di rimetterti un po' in forma dopo le abbuffate natalizie, allora ecco dove abbiamo ecceduto e qualche consiglio per rimediare!

La maggior parte di noi nel periodo natalizio (…che inizia già intorno al 20 dicembre con le consuete cene aziendali, scambi di regali e giri-auguri!) può arrivare ad ingrassare anche di 3 Kg!

Quest’aumento di peso è determinato da due fattori principali che caratterizzano l'alimentazione del periodo natalizio:
  • Alto apporto calorico nell’arco della giornata
  • Alimenti ad alto picco glicemico

Una persona attiva di circa 60 kg con un lavoro di ufficio, mediamente ha bisogno di circa 1800/2000 Kcal giornaliere. Per ogni 5 kcal in più che assumiamo e non consumiamo durante la giornata, aumentiamo di 1 grammo. All'apparenza sembra poco, ma a conti fatti se per 10 giorni consecutivi mangiamo l’equivalente di un piatto di pasta in più del dovuto ingrassiamo di circa 1 kg!

Uno dei fattori principali che stimolano e gestiscono l’aumento di peso è l’insulina e quindi l’indice glicemico e l’interazione tra insulina e glucagone. Tra le sostanze maggiormente caloriche che tendiamo ad ingerire durante le feste natalizie, vi sono i dolci, vini e alcolici oltre a tutti i condimenti aggiuntivi.

Il panettone, per esempio, è molto calorico: in media ha dalle 350 alle 400 calorie per 100gr (l'equivalente di una fetta). Di solito viene mangiato alla fine di pasti già abbondanti e non è difficile mangiare 100-200 gr di panettone raddoppiando le calorie di un pasto normale!

Liquori e spumanti hanno anch'essi un alto contenuto calorico e soprattutto un altissimo potere di trasformare tutto quello che viene ingerito in grasso, data l’altissima capacità di innalzare i livelli di insulina.

Vediamo alcuni esempi:
  • 1 bicchiere di vino rosso a 10° (150 ml) = 82 Kcal
  • 1 bicchiere di vino bianco a 11° (150 ml) = 105 Kcal
  • 1 bicchiere di moscato (150 ml) = 240 Kcal
  • 1 bicchiere di champagne (150 ml) = da 105 a 180 Kcal (da brut a secco)

Prima dell’ultima abbuffata di Capodanno abbiamo circa 5gg per rallentare ed alleggerire i nostri piatti.

La parola d’ordine è SEMPLICITA’ ! Cotture al vapore, bollito, lasciate in frigo burro, dadi, uova per un po’, no alle torte salate… meglio un bel minestrone di legumi! Per aggiungere sapore utilizzate le spezie. Consumate principalmente alimenti ricchi di antiossidanti come frutta e verdura (spinaci, mirtilli, succo di arancia, kiwy), limitando al massimo l'apporto di grassi saturi. Regalate panettoni e dolci avanzati, avrete un amico in più e una tentazione in meno!

Vi anticipo che per voi, assidui lettori (siete tanti e vi ringrazio!) ho in serbo un regalo!

Buona settimana detox! ;-)

domenica 23 dicembre 2012

DOLORE PERSISTENTE?


  • Dolori localizzati che appaiono resistenti ai più comuni farmaci;
  • Visite mediche che non evidenziano particolari patologie tali da giustificare l'importanza del dolore avvertito;
  • Schiena bloccata o traumi contusivi che lasciano fastidiosi dolori (anche molto forti) dopo il trattamento farmacologico;
  • Sportivi che sono costretti ad assumere farmaci (con degrado della prestazione e dell'allenamento ) per controllare dolori da traumi o da stress;
  • Anziani che si sono rassegnati a convivere con i loro dolori e per i quali assumono farmaci quotidianamente;
  • Soggetti che mal sopportano l'assunzione di farmaci per uso sistemico e si sono rassegnati a "sopportare il dolore".




SE TI RITROVI IN UNA DI QUESTE CATEGORIE LA TUA PROSSIMA DOMANDA SARA': 

E' POSSIBILE TROVARE SOLLIEVO !?

La risposta è SI! non può essere assolutamente affermativa perchè ogni persona è un "unicum" irripetibile e ognuno di noi ha reazioni in certa misura personalizzate a farmaci e trattamenti medici ma, ci viene in soccorso la MESOTERAPIA ANTALGICA!

La mesoterapia è una metodica terapeutica che fa parte della Medicina classica.
Consiste nell'effettuare delle iniezioni intradermiche multiple nel distretto cutaneo corrispondente alla zona interessata, introducendo minime quantità di farmaco (la metodica è la stessa di cui si parlava a proposito di cellulite: mesoterapia) utilizzando farmaci della Farmacopea Ufficiale opportunamente diluiti.

I VANTAGGI

Numerosi studi hanno dimostrato come un farmaco iniettato nel derma persista a lungo (anche 7-10gg) nel punto di inoculazione, diffondendo lentamente ai tessuti limitrofi, e come la risposta immunitaria agli antigeni inoculati sia più intensa rispetto all'inoculazione per via intramuscolare.

INDICAZIONI CLINICHE

Questo è un elenco parziale delle indicazioni terapeutiche per le quali la mesoterapia antalgica ha dimostrato una forte efficacia:
  • Patologie dolorose del rachide cervicale: osteoartrosi della colonna cervicale, traumi, contrattura cervicale acuta, cervicalgia giovanile, torcicollo, fibromialgia)
  • Patologie dolorose del rachide dorsale: (contrattura muscolare acuta, fibromialgia).
  • Patologie dolorose del rachide lombare: (lombosciatalgia, lombalgia, contratture, stiramenti, "colpo della strega")
  • Traumatologia: (lesioni contusive, lesioni discorsive, lesioni da sforzo, crampi, mialgie, stiramenti, tendiniti, strappi muscolo-tendinei, pubalgia, talalgia)
  • Patologia dolorosa dell'arto superiore: (periartrite scapolo-omerale, periartrite calcifica, capsula retrattile, epicondilite omerale, igroma del gomito)
  • Sindrome del tunnel carpale, rizoartrosi del pollice, tenosinovite di De Quervain, M. di Dupuytren, Noduli di Haberden
  • Patologia dolorosa dell'arto inferiore: (artrosi, borsite trocanterica, borsite ischiatica, tendinite, gonartrosi, tallonite, alluce valgo).


Le sedute potrebbero essere settimanalimensili o addirittura potrebbe bastare anche una sola seduta, sarà comunque il medico a valutare caso per caso a seconda della risposta del paziente. 
Il trattamento mesoterapico risulta essere completamente indolore e viene ad oggi preferito ad altri trattamenti, soprattutto perché con questa metodica si evitano somministrazioni di farmaco per via generale, con la conseguente dispersione del farmaco stesso in zone nelle quali questo non serve.



Basta soffrire! ;-)





RICORDATE… “ CUCINARE PER LE PERSONE ALLE QUALI SI VUOLE BENE SIGNIFICA IMPEGNARE DEL TEMPO PENSANDO A LORO, ALLA LORO CRESCITA E AL LORO BENESSERE ”


BUONE FESTE A TUTTI! Edoardo Vetrano

lunedì 17 dicembre 2012

BEN VEGAN! ...ehm... BEN VENGA!!



Indipendentemente dalle motivazioni che portano a scegliere un’alimentazione di tipo vegetariano (etiche, salutiste, ecologiche, perché la seguono anche Umberto Veronesi o Brad Pitt… ) il fenomeno è sicuramente in netta espansione.



Spero che qualche consiglio possa esservi utile per non lasciare “per strada” alcuni  nutrienti importanti!

Facciamo un distinguo. Esistono 2 tipologie ben distinte di dieta: la dieta vegetariana propriamente detta e la dieta vegetaliana o vegana.

La dieta vegetariana elimina dall'alimentazione ogni tipo di carne animale, compresi pesci e crostacei, ma non i prodotti di derivazione animale, quali latte, uova, formaggio e miele.
La dieta vegetaliana o vegana elimina tutti i prodotti di origine animale compresi i derivati (uova, latte, miele e formaggio).

Voglio diventare vegetariano! cosa devo sapere?
Sin dai primi pasti che si fanno rinunciando a carne e pesce, è importante andare a colmare il “vuoto” lasciato da questi alimenti con altri che ben si adattino alle vostre esigenze.
A questo scopo è molto utile informarsi sulle proprietà di quegli alimenti vegetariani che prima magari neanche si consideravano, come semi, derivati della soia, legumi, verdure, piante spontanee e cereali, al fine di comporre e assumere una dieta vegetariana sana ed equilibrata.

Una dieta vegetariana equilibrata: cosa considerare?
Ormai è risaputo che una dieta vegetariana ben equilibrata dona longevità, equilibrio e salute all’organismo. La domanda che ci si pone è, una volta diventati vegetariani, come facciamo a capire se ci stiamo nutrendo nel modo corretto?

Anzitutto è importante fare degli esami del sangue almeno una volta all’anno.

Niente paura. Per pianificare una dieta vegetariana equilibrata si possono assumere per un certo periodo integratori a base di cobalamina o cianocobalamina, con il passare del tempo il nostro corpo imparerà da solo ad autoregolarsi.
I casi gravi di carenza di vitamina B12 sono davvero rari, anche nei vegani di lunga data.

Una dieta vegetariana equilibrata: cosa prevede?
La dieta vegetariana per essere equilibrata  dovrà prevedere un corretto bilanciamento di proteine, carboidrati, vitamine (vitamina B12 e vitamina C soprattutto) e minerali (ferro). Oltre a frutta e verdura da assumersi quotidianamente, è importante considerare e non farsi mai mancare:

- una dose giornaliera adeguata di semi e frutta secca (noci, mandorle, pistacchi, pinoli,     arachidi);
- quotidianamente del latte vegetale o animale (latte di capra o di mucca), yogurt;
- circa tre volte a settimana soia e derivati (seitan, tofu, tempeh);
- legumi e cereali, meglio se integrali ( ogni giorno);
- una o due volte a settimana le uova, due o tre volte il formaggio.

I Latticini: il latte, il formaggio e lo yogurt, sono le principali fonti di calcio, fosforo e Vitamina D, ma sono anche alimenti che apportano proteine di alto valore biologico, quindi sono indispensabili per la dieta del vegetariano.

Le Proteine: sono i macronutrienti più importanti e indispensabili per il nostro corpo.

E’ impossibile vivere senza proteine.

La mancanza di proteine porta seri danni alla salute, malnutrizione, anemia, malfunzionamento organico, ritardo della crescita, alterazioni ormonali, perdita di massa magra (muscolare) ecc. Per questo è indispensabile garantire almeno 1 g di proteine per kg di peso. Per un uomo medio di 70 Kg, il minimo di proteine giornaliere sono 70 g. Le proteine sono ad alto valore biologico quando sono di origine animale, ed è esattamente questo il problema principale del vegetariano, che deve, con le proteine di basso valore biologico dei vegetali e della soia, compensarne la carenza.

Per raggiungere l’apporto proteico adeguato si devono fare combinazioni specifiche di alimenti. Un esempio di pranzo: ½ tazza di riso con ½ tazza di lenticchie e ½ tazza di fagioli = 60 g di carne (per aminoacidi/proteine). Per il vegetariano Soft, anche l’uovo è una buona soluzione (la parte bianca dell’uovo è ricca di albumina, una proteina dall’ alto valore biologico). Altre combinazioni sono: latte con riso, soia con patate, latte con mais e soia, legumi con riso, fagioli con mais, soia con riso.

Il Ferro: è un minerale importante per la formazione di emoglobina, indispensabile per evitare l’anemia. Però è molto difficile coprirne il fabbisogno con i vegetali, poiché il ferro contenuto nei vegetali ha un’altra struttura chimica, che viene assorbita più difficilmente.
I vegetali che contengono più ferro sono: legumi, cereali, prugne, datteri e frutta secca. Ma se non si coprono le carenze bisogna assumere il ferro come integratore. La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, quindi è raccomandato mangiare 1 o 2 porzioni di frutta ricca di Vitamina C (arancia, limone, fragola, kiwi, pompelmo, ecc ).

La Vitamina B12: è une delle vitamine più carenti nelle diete dei vegetariani, specialmente per i Vegan che non mangiano né latticini né uova. In questi casi si può prendere la vitamina sottoforma di integratori o con le carni vegetali ricche di vitamine B12, specialmente preparati per uso commerciale adatti a chi segue questo tipo di dieta.

PREGI DELLA DIETA VEGETARIANA
La dieta vegetariana, associata ad uno stile di vita salutare, riduce il rischio di queste malattie legate allo stile di vita moderno: diabete; ipertensione; obesità; iperlipidemia (uno studio condotto da ricercatori della University of Toronto e del St. Michael's Hospital, dimostra che la dieta a base di componenti vegetali riduce il colesterolo "cattivo" fino al 30%!!); alcune forme di cancro (come quello al colon); malattie cardiovascolari.

 DIFETTI DELLA DIETA VEGETARIANA
I classici problemi della dieta vegetariana riguardano:
La possibile carenza di ferro, vitamina B12, vitamina D, proteine e calcio (soltanto nel caso vengano eliminati dalla dieta anche latte e derivati). Se è vero che è possibile soddisfare i bisogni di questi nutrienti evitando il ricorso a prodotti animali non si può tenere conto di alcuni aspetti molto importanti: non tutte le persone possiedono approfondite conoscenze in campo alimentare e dietetico; in assenza di tali basi è molto facile cadere in errore, basta infatti discostarsi anche di poco dai modelli alimentari proposti (per esempio sostituendo il radicchio verde con quello rosso) per ridurre l'apporto di nutrienti al di sotto dei valori consigliati (in questo caso si genererebbe un deficit di ferro).
La fibra alimentare, come abbiamo visto, è fondamentale per la nostra salute ma come tutte le cose è bene non eccedere con il suo consumo! Esagerare con l'apporto di fibra alimentare (tipico dei vegetariani) può essere infatti pericoloso. Troppa fibra apporta un eccesso di acido fitico, una sostanza che ostacola l'assorbimento di alcuni minerali ( tra cui il calcio, il ferro e lo zinco ) di cui la dieta vegetariana è già tendenzialmente povera.

L’unica accortezza è che non deve essere seguita in condizioni parafisiologiche come la gravidanza o dai bambini.

Bene, ora sai tutto (o quasi) quello che c’è da sapere su una dieta vegetariana equilibrata!


martedì 27 novembre 2012

IL NATALE SI AVVICINA... SEMPRE CHE I MAYA NON CI ABBIANO PRESO!


Il Natale si avvicina e con esso anche le tante occasioni per mangiare più dolci ed un maggior numero di piatti calorici.  
Come fare, quindi, per affrontare il Natale senza troppi sensi di colpa e non arrivare a gennaio con un numero eccessivo di chili di troppo?



La soluzione migliore è fare una dieta pre-feste natalizie in modo tale da potersi permettere qualche eccezione golosa durante i cenoni con amici e parenti. 

Vi propongo un piano alimentare che si basa sui prodotti di stagione, ricchi di proprietà nutritive, e su cinque pasti giornalieri.

La prima regola è quella di non saltare la colazione che potrebbe essere a base di cereali integrali con del latte scremato, tè o caffè poco zuccherati. 
Per lo spuntino della mattina, una macedonia mista oppure uno yogurt magro.

A pranzo, potreste consumare un piatto di pasta o di riso, anche integrale, condito con verdure stagionali come zucca o carciofi e a seguire un piatto di verdura cotta e un frutto, sempre di stagione, ma di piccola dimensione come i kiwi o i mandarini.
Oltre ai cereali, nella nostra dieta è importante introdurre i legumi , ottimi cucinati sotto forma di zuppe, condite a crudo con olio extra vergine d’oliva e peperoncino.
A metà pomeriggio potreste bere un succo di frutta fresco o spremuta e una manciata di frutta secca oppure meglio ancora se un frutto e un tè caldo o una tisana.

A cena, bisogna prediligere le proteine che derivano dal pesce e dalla carne magra; a seguire un’insalata mista, della verdura cotta come scarole, bietole, broccoli o spinaci, il tutto accompagnato da pane, preferibilmente integrale, una, due o tre fettine a seconda dell'attività fisica che praticate.

E’ importante bere molto, sia acqua naturale che tè e tisane non dolcificate con zuccheri raffinati, l’olio extra vergine d’oliva è un condimento ricco di virtù ma per perdere un po’ di peso è bene limitarne l’uso a massimo due cucchiai al giorno.

A questo aggiungiamo della sana attività fisica e il piano sconfiggi panettone è completo!

martedì 20 novembre 2012

ADIPOSITA' LOCALIZZATA E FOSFATIDILCOLINA


L'impiego della fosfatidilcolina nel trattamento dell'adiposità localizzata è piuttosto recente. 

Il primo a proporla, nella metà degli anni '90, è stato un medico brasiliano dopo una brillante intuizione: se è vero che la fosfatidilcolina è in grado di sciogliere il grasso con il quale viene a contatto, perché non utilizzarla per eliminare piccoli depositi adiposi!? 



In effetti, se iniettata direttamente nel tessuto adiposo attraverso sottilissimi aghi, la fosfatidilcolina è in grado di solubilizzare i grassi, riducendo il volume delle cellule che li contengono. 

La tecnica, svolta in regime ambulatoriale e scarsamente invasiva, è chiamata Lipodissolve, in onore alla ben documentata azione della fosftidilcolina.

Questo effetto è particolarmente utile nel trattamento degli accumuli adiposi che, vuoi per fattori endocrini e metabolici, vuoi per uno stile di vita sedentario, risultano particolarmente resistenti ai tradizionali interventi dietetici e comportamentali.

Lipoddisolve rappresenta pertanto una nuova ed efficace arma nella guerra ad adiposità localizzate, anche quando tali inestetismi si localizzano in punti critici, come l'addome, l'interno coscia, la coulotte de cheval ed i fianchi; buoni risultati si possono altresì ottenere nel trattamento dei depositi adiposi della palpebra inferiore, del doppio mento e delle guancie o in caso del “gibbo di bufalo” tipico del morbo di Cushing.

Considerate le premesse, l'avvento della fosfatidilcolina nel settore estetico è stato accolto come una vera e propria rivoluzione, capace di mandare in prepensionamento la tradizionale liposcultura (tecnica chirurgica basata sull'aspirazione del grasso in eccesso mediante cannule collegate ad una pompa aspirante). 

Al contrario di quest'ultimo intervento, che rappresenta una vera e propria operazione chirurgica da eseguirsi con massima cura per evitare complicazioni, la tecnica Lipoddissolve si è dimostrata priva di effetti collaterali di rilievo.

L'efficacia della fosfatidilcolina è limitata al trattamento di volumi adiposi superficiali e non eccessivi, per i quali la tecnica chirurgica di liposuzione rimane la soluzione più efficace.

All'indomani della seduta, le zone trattate potrebbero risultare leggermente infiammate, doloranti o punteggiate da gonfiori. In rari casi si osserva la comparsa di piccoli noduli ed ematomi, che tendono comunque a regredire nel giro di qualche settimana.

In ogni caso, il trattamento delle adiposità localizzate non è standardizzabile e la scelta della tecnica più idonea viene presa sulla base delle caratteristiche individuali (sensibilità o allergia a determinate sostanze o trattamenti, stadio e caratteristiche del problema ecc.).

Questa metodica per esempio, è controindicata in pazienti minorenni, donne in gravidanza o in allattamento, nei diabetici complicati, nei pazienti infettivi, nei pazienti immunodepressi o allergici alla soia ed in presenza di insufficienza epatica, insufficienza renale, obesità , disturbi della coagulazione.

Tutto questo per ricordare che quando si parla di fosfatidilcolina bisogna essere cauti ed evitare di cedere a facili entusiasmi o ad eccessive aspettative.

La lotta contro i chili di troppo si combatte prima di tutto, e senza alcuna controindicazione, con una sana e regolare attività fisica e un'alimentazione adeguata, ma dove la regolarità e la vita sana devono fare i conti con anatomia o grasso particolarmente sensibile alla regolazione ormonale possiamo giocare il jolly fosfatidilcolina e acido desossicolico!

lunedì 19 novembre 2012

IL CORPO A MELA



Il corpo a mela, come del resto non è molto difficile intuire, si caratterizza per la predominanza nella silhouette di rotondità e poco importa se queste si concentrino su fianchi, glutei, cosce, o su tutti questi punti contemporaneamente. 



Questo tipo fisico tende ad accumulare grassi su tutto il corpo e spesso si trova nella necessità di dover smaltire un gran numero di chili in eccesso. 

Il primo passo da fare in tal senso è l’individuazione del problema. 

Molte volte infatti i fenotipi mela sono anche particolarmente golosi e mal disposti verso una dieta, che avrà naturalmente non soltanto motivazioni estetiche ma anche e soprattutto ragioni di salute. 

Va da sè che il secondo passo da compiere in queste circostanze è quello di rivolgersi ad un dietologo e progettare insieme un regime alimentare che possa essere adatto alle esigenze, ai gusti e agli eventuali problemi fisici e fisiologici della persona.

A questo punto si può finalmente ricorrere all’aiuto dell’esercizio fisico per coadiuvare gli effetti della dieta.

Esistono degli esercizi specifici per questa tipologia fisica? Premesso che non si può dimagrire soltanto in una zona del corpo ma che ogni tipo di attività serve a migliorare la situazione fisica generica si può comunque affermare che esistono degli esercizi più adatti di altri per risolvere il problema. Innanzitutto una buona norma sarà quella di alternare esercizi cardio ad esercizi di pesistica.

Per questo motivo a delle lunghe camminate a percorso misto da svolgere a passo sostenuto, alle macchine ellittiche, spinning e step sarà possibile alternare degli affondi, squat, crunch su panca addominale, leg press, generici esercizi di resistenza e stacchi.

Se proprio quei depositi di grasso non se vogliono andare la medicina estetica ci viene in soccorso mediante l’utilizzo della fosfatidilcolina!

“Ma ne parliamo domani!”


lunedì 12 novembre 2012

I CIBI CHE AIUTANO A FARE "PLIN PLIN"


I cibi drenati sono quegli alimenti che ingeriti regolarmente aiutano a sconfiggere la ritenzione idrica, ossia l’accumulo di liquidi che ristagnando nel corpo danno una spiacevole sensazione di gonfiore. Il problema non è prettamente femminile, anche noi uomini, anche se non lo ammettiamo, soffriamo di questo tipo di disagio



Questi cibi eliminano il problema mediante una sollecitazione della diuresi:

1) Frutti acquosi come ad esempio l’anguria o il melone. La loro azione è drenante ed idratante allo stesso tempo. Vengono spesso impiegati nella lotta alla cellulite, malattia causata dal mancato drenaggio di liquidi a livello del sottocutaneo.

2) Asparagi, i drenanti per antonomasia! Infatti contengono enzimi che agevolano i reni nel loro abituale lavoro di eliminazione delle scorie.

3) Carciofi, al pari degli asparagi agiscono sull’apparato escretore renale migliorandone le prestazioni. In aggiunta però hanno anche la capacità di ridurre il tasso di colesterolo “cattivo” e dei trigliceridi nel sangue.

4) Tè verde, vi rimando all’articolo specifico sulle proprietà del tè verde

5) Aceto di mele. A differenza di molti altri diuretici riesce a riequilibrare i livelli di potassio in circolo nel sangue.

6) Pomodori

7) Avena, utile per molteplici aspetti, indispensabile nella dieta.

8) Prezzemolo

9) Mirtilli, dolci, saporiti, drenanti ed ipocalorici; il top!

10) Rafano, diuretico e ricco di vitamina C.

11) Aglio, un diuretico in grado anche di bruciare i grassi, peccato per l’alito…

Bisognerebbe poi ridurre l’assunzione di cibi eccessivamente dolci o salati. 
Buona norma in ogni caso è consultare il medico dato che un difetto di drenaggio può essere spia di altri problemi a carico del organismo. Soltanto su precisa indicazione medica potrete ricorrere a farmaci ed integratori utili allo scopo; è bene quindi non affidarsi al fai da te!

mercoledì 7 novembre 2012

CELIACHIA E COSMETICI


Alla luce delle conoscenze attuali possiamo definire la celiachia come un'enteropatia autoimmune geneticamente determinata indotta da un fattore ambientale (glutine contenuto nel frumento, orzo e segale) che determina una risposta immune verso la transglutaminasi tissutale provocando il caratteristico danno della mucosa del tratto prossimale del piccolo intestino.
Per la patogenesi si ipotizza pertanto che, nel soggetto predisposto, frammenti del glutine rimangano adesi all'enzima transglutaminasi e si formi un complesso aggredito dal sistema immune; poiché tale enzima è contenuto negli enterociti si verifica un'aggressione immunitaria cronica con progressiva distruzione della mucosa intestinale.
Quando una persona affetta da celiachia ingerisce alimenti contenenti glutine si provoca dunque una reazione immunitaria nell'intestino tenue che come risultato determina un suo danneggiamento e la conseguente inabilità ad assorbire certi nutrienti dal cibo.

Per chi è colpito da celiachia, anche i COSMETICI sono potenziale insidia.
Ad avvisare, gli scienziati riuniti per il corrente congresso dell'American College of Gastroenterology, di Washington.

Secondo gli esperti, il pericolo arriva da dentifrici, collutori, matite, rossetti e prodotti per le labbra. Per quanto ridotte, le loro dosi di glutine possono essere ingerite e danneggiare i malati.
A peggiorare la situazione, la poca chiarezza delle etichette: solo il 20% di queste da informazioni dettagliate sulla composizione del prodotto.

FONTE: "Gluten in Cosmetics Threaten Those With Celiac Disease", HealthDay News, 1/11/11

martedì 6 novembre 2012

LA FEDE AL DITO FA INGRASSARE?


La fede al dito fa ingrassare, sia che la si metta sia che la si tolga definitivamente. 



In base ad uno studio dell'American Sociological Association effettuato su un campione di più di 10 mila persone, nei due anni dopo l'inizio o la fine di un matrimonio è più facile aumentare di peso. 

Le più a rischio sono le donne appena sposate, che hanno, secondo le stime, il 33% di possibilità in più di ingrassare poco e il 48% di ingrassare molto.

Sotto accusa il cambio di stile di vita e di abitudini alimentari.

La torta nuziale sarebbe solo l'inizio quindi: le calorie accumulate durante i primi due anni di matrimonio (o i primi due dopo la sua rottura) non si sprecano e non si contano!

"... si, ho pensato a voi due! ;-) tanti auguri ragazzi!

giovedì 25 ottobre 2012

GIGI D'ALESSIO COME GLI STEROIDI ANABOLIZZANTI!


Sono sempre più numerose le persone che si allenano correndo con le cuffie e molti ritengono che allenarsi ascoltando musica aiuti a migliorare le prestazioni, cosa c’è di vero in questo?



Secondo un recente studio condotto dalla Brunel University di Londra, molti atleti si lasciano andare al doping cercando di migliorare le proprie prestazioni, ma da questo studio è risultato che esiste un doping naturale e che non è dannoso per il corpo:

LA MUSICA!

Ascoltare musica durante l’attività sportiva, infatti, aiuterebbe a migliorare le prestazioni dell’atleta (agonista o meno), fino a far salire le prestazioni dell’atleta senza alcuna sostanza dopante.
A seconda del genere ascoltato la musica può infatti agire sia da stimolante per i muscoli che da rilassante per il dopo sport.

La musica è infatti un esempio di focalizzazione psichica su un evento piacevole: 
il soggetto crede che utilizzando un focus positivo possa sentire meno la fatica.

Esiste una relazione tra il suono ascoltato e le prestazioni, infatti la musica riduce la percezione dello sforzo e, aiutando il rilassamento, riduce il consumo di calorie.

Alcuni triathleti selezionano compilation di canzoni in cui le battute al minuto sono identiche ai passi della corsa, per creare un'identificazione perfetta di ritmo.
Non a caso alcune riviste di corsa propongono le proprie playlist. Ogni brano musicale è caratterizzato dal ritmo che, di norma, si compone di frasi musicali ognuna di 32 battute suddivise a loro volta in quattro parti composte di otto battute.
La frequenza di queste battute al minuto impone il ritmo del brano musicale (ad esempio 120 battute per minuto, definite in abbreviazione “bpm”, che corrisponderà a due battute al secondo), selezionando quindi un determinato brano si è in grado di dare più regolarità al ritmo della corsa, influenzando il nostro stato d’animo e la carica agonistica.

La musica può quindi rendere più aggressivi, può eccitare o deprimere, può caricare o rilassare, può svegliare o fare addormentare.

Facciamo un esempio, una persona che ama Gigi D’Alessio può trovare veramente deprimente ascoltare durante una corsa un brano dei Metallica, per contro, lo stesso soggetto, se durante una maratona ascoltasse “como suena el corazon” o “un nuovo bacio” (…per intenderci è quella che fa: “le ddomeniche d'agosto quanta neve che cadràà e nel tempo che verrà, il mio cuore ti sorprenderà…na na na na na na na na na na na na na na), rischierebbe di partire troppo forte e di schiattare al secondo km!

Può essere altresì vero che in un momento di crisi al ascoltare musica "che carica" può far ritrovare preziose energie. Le cuffie diventano cioè una specie di Viagra atletico e permettono di ottenere una prestazione migliore, senza rischi di sovradosaggio!

“...mi perdonino i fans di Gigi” :-)

mercoledì 24 ottobre 2012

MEGLIO FRESCO O SURGELATO?


IL CIBO SURGELATO

In linea di massima si tende a pensare che frutta e verdure fresche siano preferibili rispetto ai vari prodotti surgelati e preconfezionati reperibili in commercio. 



In genere questa affermazione corrisponde a verità, ma a patto che vengano rispettate determinate condizioni.

Innanzitutto i prodotti agricoli per essere ritenuti freschi, e quindi migliori dei surgelati, devono essere consumati entro e non oltre un paio di giorni dal momento in cui vengono recisi dalla pianta o strappati dalla terra.

Andando oltre questo limite temporale si rischia infatti non soltanto un deterioramento del gusto, quanto piuttosto un impoverimento organolettico che può determinare la perdita di circa il 30% delle vitamine presenti.

Quando perciò non si è sicuri dell’originaria freschezza del prodotto e per di più si sa già che normalmente lo stesso verrà consumato in un arco di tempo molto lungo il vantaggio di questo genere di alimenti sui cibi surgelati inizia a scemare parecchio, tanto da lasciar supporre che in questi casi sia addirittura meglio consumare dei cibi industriali.

In questi casi infatti per impedire il deterioramento della frutta e della verdura si provvede immediatamente a lavorarli e surgelarli conservando quindi gran parte delle proprietà loro nutritive. 

E’ ovvio comunque che se si ha la possibilità di fare la spesa tutti i giorni è preferibile nutrirsi di alimenti freschi. 

In generale dovrebbe poi valere la regola secondo la quale bisognerebbe acquistare nell’ortofrutta di fiducia frutta e verdura di stagione e comprare invece surgelati i cibi fuori periodo.

a voi la scelta!

martedì 23 ottobre 2012

UN' ACIDITA' DI STOMACO CHE NEANCHE MANGIAFUOCO!?


Premesso che un corretto regime alimentare prevede l’impiego nella dieta di tutti gli alimenti disponibili, è comunque vero che determinati cibi vanno consumati con più parsimonia rispetto ad altri onde evitare di affaticare il proprio organismo.



I cibi che possono più facilmente determinare fenomeni di reflusso gastro-esofageo, crampi alla zona addominale e fastidi allo stomaco di varia natura sono generalmente:

     MENTA, erba ricca di sostanze atte ad apportare al corpo notevoli benefici, può però far male allo stomaco di chi è affetto da conclamati disturbi di reflusso gastroesofageo in quanto può agevolare la secrezione di succhi gastrici.

CAFFEINA, sostanza presente nel caffè e in alcune bevande frizzanti, stimola la produzione di acido idroclorico ossia di una sostanza che accentua la possibilità di incappare in fenomeni di reflusso gastroesofageo.

FRUTTOSIO, presente in succhi di frutta e bibite gassate, va evitato se si hanno dei problemi relativi a intolleranze alimentari (gonfiore addominale, meteorismo…).

FAGIOLI, alimenti da evitare nel caso in cui si soffra di meteorismo e flatulenza, disturbi questi che il suddetto legume può accentuare anche in maniera dolorosa.

BROCCOLI, da evitare nelle stesse situazioni e per gli stessi motivi già illustrati a proposito dei fagioli.

POMODORI e le salse vanno invece utilizzati con moderazione soprattutto se conseguentemente al loro consumo è capitato più di una volta di accusare acidità di stomaco.

derivati del LATTE, soprattutto se si è affetti da intolleranza alimentare alla caseina e ai latticini in genere.

CIOCCOLATO, responsabile a volte di indigestioni e fenomeni simili a quelli già descritti relativamente alla caffeina.

BEVANDE FREDDE, spesso causa, soprattutto se consumate dopo i pasti, di fenomeni di cattiva digestione e addirittura di veri e propri blocchi intestinali.

ARANCIA e derivati, sarebbero da evitare anche gli agrumi in generale (limone, mandarini…) e gli alimenti in cui questi sono presenti: gelati, alcolici a base di agrumi, integratori alimentari e succhi di frutta.
 
IN SINTESI:

ALIMENTI DA EVITARE: menta, cipolla, aglio, spezie, caffè, the, bibite gassate, alcolici, grassi in genere, cioccolato, pomodori (eventualmente senza buccia e senza semi) arance e banane.

CONSIGLI COMPORTAMENTALI: non fumare, dormire con il busto un po' sollevato, non dormire a pancia in giù,  frazionare i pasti (pasto poco abbondante la sera), evitare cinture e abiti stretti e naturalmente dimagrire se in sovrappeso!

Se nonostante questi accorgimenti i disturbi persistono potrebbe trattarsi di una intolleranza alimentare, chiedi al tuo medico!

lunedì 22 ottobre 2012

CIBO E' AMORE


I CIBI DELL'AMORE


1. Ostriche: l’eccitazione dei soldi

Non tutti amano le ostriche, anche perché hanno un sapore piuttosto forte. Non ci sono però sostanze chimiche particolari, in grado di dimostrare che si tratti effettivamente di alimenti in grado di stimolare il desiderio o almeno non sono state ancora scoperte. Anche se sicuramente, visto che costano molto, sono collegate ai soldi e alla ricchezza, due importanti fattori di eccitazione.

2. Aglio: migliora la circolazione

L’aglio sarebbe in grado di migliorare la circolazione del sangue e quindi anche il desiderio sessuale, anche se non è esattamente consigliabile mangiare dell’aglio prima di un incontro ravvicinato con un’altra persona, se non altro per i problemi di alitosi! In ogni caso possiamo sempre provare se funziona come afrodisiaco.

3. Champagne: un tocco di romanticismo

Che il romanticismo sia l’anticamera dell’amore e della passione è assodato. Sicuramente lo champagne è in grado di conferire un tocco di romanticismo ad una serata a due e poi non bisogna trascurare l’azione eccitante e anti-inibitoria determinata dall’alcool.

4. Cioccolato

Quando pensiamo ad un cibo afrodisiaco, cioccolato è la prima parola che ci viene in mente, anche perché il cacao contiene delle sostanze eccitanti, come la teobromina e la feniletilamina. Non trascurabile è anche l’abbondanza di antiossidanti nel cioccolato. Mangiare cioccolato fa sicuramente bene.

5. Mandorle: un pieno di vitamina E

Le mandorle sono un concentrato di vitamina E, la quale è capace di agire direttamente sul desiderio sessuale. Attenzione comunque alle calorie, perché altrimenti ci ritroveremo ad essere più passionali, ma sicuramente anche con qualche chilo di troppo…

6. Zafferano: le proprietà afrodisiache del risotto alla milanese

Sapevate che anche il risotto alla milanese ha delle proprietà afrodisiache? Tutto merito dello zafferano, pianta originaria dell’Asia, che viene indicato anche come alimento sedativo e capace di agire contro i dolori mestruali. Fra gli afrodisiaci naturali, lo zafferano, insieme al ginseng, sarebbe più efficace del cioccolato.

7. Cardamomo: l’azione sul sistema nervoso

Il cardamomo è capace di agire sul sistema nervoso. In India per esempio viene particolarmente usato a questo scopo. Il cardamomo è capace di indurre una sensazione di rilassamento. Sicuramente se il nostro partner sarà rilassato a sufficienza, le prestazioni risulteranno indimenticabili.

8. Anice: afrodisiaco popolare

L’anice può essere considerato un afrodisiaco popolare, anche perché si presta a mille usi in cucina. Si dice che masticare i semi di anice dovrebbe contribuire a dare nuovo vigore ai desideri sessuali.

9. Avocado: le potenzialità del frutto dell’albero – testicolo

Più che prove scientifiche, riguardo all’avocado come cibo afrodisiaco valgono i riferimenti immaginativi. Basti pensare che gli antichi Aztechi chiamavano l’albero che dà questo frutto albero – testicolo.

10. Peperoncino: stimola la vasodilatazione.

Il peperoncino si caratterizza come un cibo afrodisiaco, perché stimola la vasodilatazione periferica grazie ad alcune sostanze in esso contenute. In questo modo aumenta l’afflusso di sangue agli organi genitali. Da questo punto di vista possiamo dire che il peperoncino è uno di quei cibi per cui le proprietà afrodisiache sono dimostrabili anche a livello scientifico.

"aggiungi un pizzico di fantasia e il gioco è fatto!"

e comunque tutti i "ti amo" del mondo non faranno mai un "ti trovo dimagrita" (anonimo)