giovedì 25 ottobre 2012

GIGI D'ALESSIO COME GLI STEROIDI ANABOLIZZANTI!


Sono sempre più numerose le persone che si allenano correndo con le cuffie e molti ritengono che allenarsi ascoltando musica aiuti a migliorare le prestazioni, cosa c’è di vero in questo?



Secondo un recente studio condotto dalla Brunel University di Londra, molti atleti si lasciano andare al doping cercando di migliorare le proprie prestazioni, ma da questo studio è risultato che esiste un doping naturale e che non è dannoso per il corpo:

LA MUSICA!

Ascoltare musica durante l’attività sportiva, infatti, aiuterebbe a migliorare le prestazioni dell’atleta (agonista o meno), fino a far salire le prestazioni dell’atleta senza alcuna sostanza dopante.
A seconda del genere ascoltato la musica può infatti agire sia da stimolante per i muscoli che da rilassante per il dopo sport.

La musica è infatti un esempio di focalizzazione psichica su un evento piacevole: 
il soggetto crede che utilizzando un focus positivo possa sentire meno la fatica.

Esiste una relazione tra il suono ascoltato e le prestazioni, infatti la musica riduce la percezione dello sforzo e, aiutando il rilassamento, riduce il consumo di calorie.

Alcuni triathleti selezionano compilation di canzoni in cui le battute al minuto sono identiche ai passi della corsa, per creare un'identificazione perfetta di ritmo.
Non a caso alcune riviste di corsa propongono le proprie playlist. Ogni brano musicale è caratterizzato dal ritmo che, di norma, si compone di frasi musicali ognuna di 32 battute suddivise a loro volta in quattro parti composte di otto battute.
La frequenza di queste battute al minuto impone il ritmo del brano musicale (ad esempio 120 battute per minuto, definite in abbreviazione “bpm”, che corrisponderà a due battute al secondo), selezionando quindi un determinato brano si è in grado di dare più regolarità al ritmo della corsa, influenzando il nostro stato d’animo e la carica agonistica.

La musica può quindi rendere più aggressivi, può eccitare o deprimere, può caricare o rilassare, può svegliare o fare addormentare.

Facciamo un esempio, una persona che ama Gigi D’Alessio può trovare veramente deprimente ascoltare durante una corsa un brano dei Metallica, per contro, lo stesso soggetto, se durante una maratona ascoltasse “como suena el corazon” o “un nuovo bacio” (…per intenderci è quella che fa: “le ddomeniche d'agosto quanta neve che cadràà e nel tempo che verrà, il mio cuore ti sorprenderà…na na na na na na na na na na na na na na), rischierebbe di partire troppo forte e di schiattare al secondo km!

Può essere altresì vero che in un momento di crisi al ascoltare musica "che carica" può far ritrovare preziose energie. Le cuffie diventano cioè una specie di Viagra atletico e permettono di ottenere una prestazione migliore, senza rischi di sovradosaggio!

“...mi perdonino i fans di Gigi” :-)

mercoledì 24 ottobre 2012

MEGLIO FRESCO O SURGELATO?


IL CIBO SURGELATO

In linea di massima si tende a pensare che frutta e verdure fresche siano preferibili rispetto ai vari prodotti surgelati e preconfezionati reperibili in commercio. 



In genere questa affermazione corrisponde a verità, ma a patto che vengano rispettate determinate condizioni.

Innanzitutto i prodotti agricoli per essere ritenuti freschi, e quindi migliori dei surgelati, devono essere consumati entro e non oltre un paio di giorni dal momento in cui vengono recisi dalla pianta o strappati dalla terra.

Andando oltre questo limite temporale si rischia infatti non soltanto un deterioramento del gusto, quanto piuttosto un impoverimento organolettico che può determinare la perdita di circa il 30% delle vitamine presenti.

Quando perciò non si è sicuri dell’originaria freschezza del prodotto e per di più si sa già che normalmente lo stesso verrà consumato in un arco di tempo molto lungo il vantaggio di questo genere di alimenti sui cibi surgelati inizia a scemare parecchio, tanto da lasciar supporre che in questi casi sia addirittura meglio consumare dei cibi industriali.

In questi casi infatti per impedire il deterioramento della frutta e della verdura si provvede immediatamente a lavorarli e surgelarli conservando quindi gran parte delle proprietà loro nutritive. 

E’ ovvio comunque che se si ha la possibilità di fare la spesa tutti i giorni è preferibile nutrirsi di alimenti freschi. 

In generale dovrebbe poi valere la regola secondo la quale bisognerebbe acquistare nell’ortofrutta di fiducia frutta e verdura di stagione e comprare invece surgelati i cibi fuori periodo.

a voi la scelta!

martedì 23 ottobre 2012

UN' ACIDITA' DI STOMACO CHE NEANCHE MANGIAFUOCO!?


Premesso che un corretto regime alimentare prevede l’impiego nella dieta di tutti gli alimenti disponibili, è comunque vero che determinati cibi vanno consumati con più parsimonia rispetto ad altri onde evitare di affaticare il proprio organismo.



I cibi che possono più facilmente determinare fenomeni di reflusso gastro-esofageo, crampi alla zona addominale e fastidi allo stomaco di varia natura sono generalmente:

     MENTA, erba ricca di sostanze atte ad apportare al corpo notevoli benefici, può però far male allo stomaco di chi è affetto da conclamati disturbi di reflusso gastroesofageo in quanto può agevolare la secrezione di succhi gastrici.

CAFFEINA, sostanza presente nel caffè e in alcune bevande frizzanti, stimola la produzione di acido idroclorico ossia di una sostanza che accentua la possibilità di incappare in fenomeni di reflusso gastroesofageo.

FRUTTOSIO, presente in succhi di frutta e bibite gassate, va evitato se si hanno dei problemi relativi a intolleranze alimentari (gonfiore addominale, meteorismo…).

FAGIOLI, alimenti da evitare nel caso in cui si soffra di meteorismo e flatulenza, disturbi questi che il suddetto legume può accentuare anche in maniera dolorosa.

BROCCOLI, da evitare nelle stesse situazioni e per gli stessi motivi già illustrati a proposito dei fagioli.

POMODORI e le salse vanno invece utilizzati con moderazione soprattutto se conseguentemente al loro consumo è capitato più di una volta di accusare acidità di stomaco.

derivati del LATTE, soprattutto se si è affetti da intolleranza alimentare alla caseina e ai latticini in genere.

CIOCCOLATO, responsabile a volte di indigestioni e fenomeni simili a quelli già descritti relativamente alla caffeina.

BEVANDE FREDDE, spesso causa, soprattutto se consumate dopo i pasti, di fenomeni di cattiva digestione e addirittura di veri e propri blocchi intestinali.

ARANCIA e derivati, sarebbero da evitare anche gli agrumi in generale (limone, mandarini…) e gli alimenti in cui questi sono presenti: gelati, alcolici a base di agrumi, integratori alimentari e succhi di frutta.
 
IN SINTESI:

ALIMENTI DA EVITARE: menta, cipolla, aglio, spezie, caffè, the, bibite gassate, alcolici, grassi in genere, cioccolato, pomodori (eventualmente senza buccia e senza semi) arance e banane.

CONSIGLI COMPORTAMENTALI: non fumare, dormire con il busto un po' sollevato, non dormire a pancia in giù,  frazionare i pasti (pasto poco abbondante la sera), evitare cinture e abiti stretti e naturalmente dimagrire se in sovrappeso!

Se nonostante questi accorgimenti i disturbi persistono potrebbe trattarsi di una intolleranza alimentare, chiedi al tuo medico!

lunedì 22 ottobre 2012

CIBO E' AMORE


I CIBI DELL'AMORE


1. Ostriche: l’eccitazione dei soldi

Non tutti amano le ostriche, anche perché hanno un sapore piuttosto forte. Non ci sono però sostanze chimiche particolari, in grado di dimostrare che si tratti effettivamente di alimenti in grado di stimolare il desiderio o almeno non sono state ancora scoperte. Anche se sicuramente, visto che costano molto, sono collegate ai soldi e alla ricchezza, due importanti fattori di eccitazione.

2. Aglio: migliora la circolazione

L’aglio sarebbe in grado di migliorare la circolazione del sangue e quindi anche il desiderio sessuale, anche se non è esattamente consigliabile mangiare dell’aglio prima di un incontro ravvicinato con un’altra persona, se non altro per i problemi di alitosi! In ogni caso possiamo sempre provare se funziona come afrodisiaco.

3. Champagne: un tocco di romanticismo

Che il romanticismo sia l’anticamera dell’amore e della passione è assodato. Sicuramente lo champagne è in grado di conferire un tocco di romanticismo ad una serata a due e poi non bisogna trascurare l’azione eccitante e anti-inibitoria determinata dall’alcool.

4. Cioccolato

Quando pensiamo ad un cibo afrodisiaco, cioccolato è la prima parola che ci viene in mente, anche perché il cacao contiene delle sostanze eccitanti, come la teobromina e la feniletilamina. Non trascurabile è anche l’abbondanza di antiossidanti nel cioccolato. Mangiare cioccolato fa sicuramente bene.

5. Mandorle: un pieno di vitamina E

Le mandorle sono un concentrato di vitamina E, la quale è capace di agire direttamente sul desiderio sessuale. Attenzione comunque alle calorie, perché altrimenti ci ritroveremo ad essere più passionali, ma sicuramente anche con qualche chilo di troppo…

6. Zafferano: le proprietà afrodisiache del risotto alla milanese

Sapevate che anche il risotto alla milanese ha delle proprietà afrodisiache? Tutto merito dello zafferano, pianta originaria dell’Asia, che viene indicato anche come alimento sedativo e capace di agire contro i dolori mestruali. Fra gli afrodisiaci naturali, lo zafferano, insieme al ginseng, sarebbe più efficace del cioccolato.

7. Cardamomo: l’azione sul sistema nervoso

Il cardamomo è capace di agire sul sistema nervoso. In India per esempio viene particolarmente usato a questo scopo. Il cardamomo è capace di indurre una sensazione di rilassamento. Sicuramente se il nostro partner sarà rilassato a sufficienza, le prestazioni risulteranno indimenticabili.

8. Anice: afrodisiaco popolare

L’anice può essere considerato un afrodisiaco popolare, anche perché si presta a mille usi in cucina. Si dice che masticare i semi di anice dovrebbe contribuire a dare nuovo vigore ai desideri sessuali.

9. Avocado: le potenzialità del frutto dell’albero – testicolo

Più che prove scientifiche, riguardo all’avocado come cibo afrodisiaco valgono i riferimenti immaginativi. Basti pensare che gli antichi Aztechi chiamavano l’albero che dà questo frutto albero – testicolo.

10. Peperoncino: stimola la vasodilatazione.

Il peperoncino si caratterizza come un cibo afrodisiaco, perché stimola la vasodilatazione periferica grazie ad alcune sostanze in esso contenute. In questo modo aumenta l’afflusso di sangue agli organi genitali. Da questo punto di vista possiamo dire che il peperoncino è uno di quei cibi per cui le proprietà afrodisiache sono dimostrabili anche a livello scientifico.

"aggiungi un pizzico di fantasia e il gioco è fatto!"

e comunque tutti i "ti amo" del mondo non faranno mai un "ti trovo dimagrita" (anonimo)

venerdì 19 ottobre 2012

QUESTO VINO SA DI TAPPO! ...E PER FORTUNA!



Le proprietà benefiche del VINO sono state ampiamente discusse e dimostrate, ciò che forse non sapevate è che UNA PARTE DEL MERITO SPETTA al TAPPO! (di sughero).



Uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry ha portato alla scoperta di elementi naturali della "sughera Quercus suber L." ,una specie sempreverde spontanea in tutto il bacino occidentale del mar Mediterraneo.

All’interno dei granelli di corteccia, i ricercatori hanno individuato tannini ellagici e polifenoli dei quali sono già note le proprietà anti-cancerogene.

Diversi studi hanno indicato che i tannini ellagici inibiscono la proliferazione di cellule neoplastiche della mammella e del colon, arrestando il ciclo cellulare e promuovendo la morte cellulare programmata delle stesse inibendo la progressione tumorale.

Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato la presenza di una relazione a forma di "U" tra consumo di alcol e mortalità, risultante dalla combinazione degli effetti positivi e negativi di questa bevanda.
Questo vuol dire che la lunghezza della vita si è dimostrata significativamente maggiore per il bevitore moderato rispetto all'astemio o al bevitore pesante.

Il vino è una bevanda che contiene un ottimo apporto di sostanze fenoliche (tannini, flavonoidi e resveratrolo), molecole nutrizionali che svolgono diverse funzioni utili all'organismo.

Dal punto di vista organolettico e gustativo, i polifenoli costituiscono il colore, l'aroma e la stabilità del vino.

Dal punto di vista biochimico e metabolico, invece, i polifenoli del vino svolgono tre importantissime funzioni:

1.     Antiossidante
2.     Anticancerogena
3.     Antiaterogena

Il contenuto polifenolico dei VINI BIANCHI è molto inferiore a quello dei ROSSI: 30-120 mg/l vs 200-3500 mg/l: tale differenza può essere ricondotta anche alla diversa tecnica di vinificazione impiegata.


NB. L'alcol etilico contenuto nel vino, se introdotto in eccesso, determina un innalzamento dei trigliceridi ematici che possono favorire l'aumento del rischio cardiovascolare e non solo...

In conclusione, il vino contenente sostanze fenoliche può essere considerato una bevanda utile al raggiungimento della quota di antiossidanti alimentari; tuttavia, considerando che si tratta di un prodotto alcolico, non è corretto consigliarne il consumo frequente e sistematico.
Il consumo di 2 unità alcoliche giornaliere di vino rosso (fonte INRAN) può favorire la prevenzione dell'ossidazione lipidica e del colesterolo (LDL), riducendo di conseguenza anche il rischio cardiovascolare.

1 UNITA' ALCOLICA = 12 grammi di etanolo = 1 bicchiere piccolo (125ml) di un vino a 12°

E' proprio il caso di dire "salute"!

giovedì 18 ottobre 2012

NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE!


PERCHE' IL GELATO FA VENIRE IL MAL DI TESTA?



A San Diego è stato scoperto perché mangiare il gelato troppo in fretta può causare un doloroso mal di testa (o neuralgia ganglio-sfenopalatina) e la scoperta potrebbe condurre a nuove terapie per l’emicrania

Un team di ricerca composto da scienziati della National University of Ireland di Galway e della Harvard Medical School ha individuato la causa del fenomeno nel rapido aumento del flusso di sangue che, in seguito al raffreddamento improvviso provocato dal gelato, attraversa il principale vaso sanguigno del cervello, l’arteria cerebrale anteriore.

Il dolore infatti diminuisce non appena il flusso di sangue viene limitato. I ricercatori hanno effettuato una serie di esperimenti su un gruppo di 13 volontari sani. I volontari hanno alternativamente bevuto acqua ghiacciata e acqua a temperatura ambiente. 

Grazie all’utilizzo di un doppler, è stato possibile rilevare che non appena è stata ingerita dell’acqua ghiacciata l’arteria cerebrale anteriore si è rapidamente dilatata, inondando il cervello di sangue.

Questo fenomeno è stato associato con la sensazione di dolore. Poco dopo questa dilatazione, l’arteria si è ristretta dando una sensazione di sollievo ai volontari. Il cervello è uno degli organi più importanti del corpo e per questo ha bisogno di lavorare tutto il tempo. E’ molto sensibile alla temperatura e per questo, quando la temperatura corporea si abbassa all’improvviso, vengono attivati dei sistemi di vasodilatazione per far arrivare sangue caldo nell’area cerebrale.

Ecco il punto: poichè il cranio è una struttura chiusa, l’improvviso afflusso di sangue può aumentare la pressione e provocare dolore. Secondo i ricercatori, alterazioni simili del flusso sanguigno potrebbero essere all'origine delle emicranie e altri tipi di mal di testa. Se ulteriori ricerche confermassero questi sospetti troveremo il modo di controllare il flusso sanguigno, di regolare cioè la vasodilatazione improvvisa e quindi individuare nuove terapie contro il mal di testa.

"a domani!"

mercoledì 17 ottobre 2012

MASTICA!



Un nuovo studio ha dimostrato che le persone che masticano di più il loro cibo assumono meno calorie, riuscendo quindi a controllare il loro peso.


Masticare il cibo 40 volte invece che le usuali 15 volte ha comportato per i volontari che si sono sottoposti allo studio, l'assunzione del 12 % in meno delle regolari calorie (secondo i risultati pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition).

I ricercatori hanno anche cercato di capire se masticare di più avrebbe portato i soggetti a mangiare di meno, ad influenzare i livelli di zucchero nel sangue o di alcuni ormoni che regolano l'appetito.

Il team ha scoperto un collegamento tra la quantità di masticazione e livelli di diversi ormoni che "dicono al cervello quando iniziare a mangiare e quando smettere di mangiare".

Masticare di più comporta più bassi livelli ematici di grelina, un ormone che stimola l'appetito, così come alti livelli di CCK (colecistochinina), un ormone ritenuto in grado di ridurre l'appetito, e quindi far avvertire la sazietà.

La riduzione del 12 % di calorie consumato dal gruppo che ha masticato il cibo almeno 40 volte potrebbe tradursi in una perdita di peso significativo.

Se una persona media riesce a ridurre il proprio apporto calorico del 12 per cento, ciò comporterà la perdita di quasi 25 chili in un anno!



E per i più attenti un utilissimo accessorio il conta morsi…! 

martedì 16 ottobre 2012

AFFATICATO? DIFFICOLTA’ AD AFFRONTARE SEDUTE DI ALLENAMENTO NON IMPEGNATIVE? TEMPI DI RECUPERO PROLUNGATI?


FORSE SI TRATTA DELLA SINDROME DA OVER TRAINING


Aggiungiamo:

- Sensazione di affaticamento, dolori muscolari, depressione;

-Aumentata vulnerabilità alle infezioni e disturbi gastrointestinali;

-Disturbi del sonno e perdita di peso;

-Lesioni da sovraccarico;

-Aumento della frequenza cardiaca a riposo e della pressione arteriosa, forse stai proprio esagerando!

Esiste un metodo di diagnosi che si basa sul semplice dosaggio di alcuni ormoni: 


  • Cortisolo, 
  • Testosterone, 
  • GH,
  • DHEA. 
Dosare questi ormoni permette di valutare l’impatto dell’attività sportiva sulla funzione cortico-surrenalica, deputata a far si che l’organismo reagisca allo stress conseguente un’intensa attività sportiva. 

L’attività fisica intensa infatti determina uno stato di stress per il nostro organismo con conseguente sbilanciamento degli assetti ormonali  e compromissione dello stato di salute generale e del rendimento sportivo. 

Eseguire questo tipo di indagine è utile per tutti i tipi di sportivo ed è utile soprattutto per perfezionare l’allenamento ed evitare l’overtrainig. La mancata o l’errata programmazione dei corretti recuperi fra le sedute di allenamento può portare a diversi rischi per la salute, per esempio all’ipercolesterolemia, con conseguente aumento del rischio cardiovascolare.

Il tuo corpo è una macchina perfetta, ma tagliandala almeno una volta all’anno!

anche le migliori macchine devono fare dei check up!



sabato 13 ottobre 2012

LA MESOTERAPIA

COME PROMESSO QUALCHE INFORMAZIONE SULLA MESOTERAPIA


La mesoterapia consiste nell’iniezione intradermica distrettuale di un insieme di farmaci in piccole dosi su di una determinata zona della cute, attraverso aghi sottili, lunghi più o meno 1.5 mm. Il vantaggio di questa metodica consiste nell'evitare di assumere i medicinali per via sistemica riducendo gli effetti collaterali e massimizzando l'effetto terapeutico locale.
Questo permette di utilizzare una quantità inferiore di farmaco e di prolungarne l'effetto nel tempo, grazie al loro rilascio graduale dovuto alla componente adiposa del sottocutaneo (circa 7gg).

Lo scopo di questa terapia è favorire l'eliminazione dei liquidi in eccesso, disintossicare l'organismo e migliorare tonicità ed elasticità della cute. L’azione delle iniezioni in mesoterapia, è infatti di tipo antinfiammatorio, vascolare e lipolitico.

I farmaci da utilizzare, che variano a secondo del tipo di patologia che si desidera trattare, sono revitallizzanti cutanei, capillaro-protettivi, antinfiammatori, antiedemigeni, ecc. sia appartenenti alla farmacopea ufficiale sia di tipo omeopatico.

Non occorre praticare anestesia in quanto la mesoterapia è indolore.

Nella zona trattata comparirà un piccolo pomfo che tenderà a riassorbirsi in qualche ora e talvolta possono comparire piccoli ematomi che generalmente si risolvono in qualche giorno.

Solitamente un ciclo di mesoterapia comprende dalle 8 alle 15 sedute, inizialmente una ogni sette giorni e successivamente da una di mantenimento mensile per stabilizzare i risultati ottenuti.

Si tratta di una metodica poco invasiva e dai costi contenuti e può costituire il primo passo per il paziente che si avvicina per la prima volta alla medicina estetica.

La cosa fondamentale è richiedere tutte le informazioni possibili al vostro medico, pretendete un modulo di consenso informato da leggere e portare a casa, per poi discutere direttamente con il medico dei vostri dubbi.




Non esitate a chiedere ulteriori informazioni e se qualcuno di voi ha avuto modo di provarla vorrei conoscere la vostra opinione!

venerdì 12 ottobre 2012

UN PO' DI PUBBLICITA'!

ambulatorio medico 35 vetrano
Lo so... non sono venuto benissimo in questa foto... ma mi dà comunque una certa soddisfazione essere finito su una delle maggiori riviste specializzate del settore!

"L'AMBULATORIO MEDICO" n° 35

LA CELLULITE SI BATTE A TAVOLA


 GUARDANDO BENE HAI NOTATO CHE ANCHE TU HAI LA CELLULITE?!


NON DISPERARE! 

Esistono alcune regole da seguire per combattere la cellulite a partire dal cibo.

Ecco quali: 

  • Anche se spesso la cultura popolare tende ad associare la cellulite ad un eccesso di acqua nel corpo, in realtà è fondamentale bere circa 2 LITRI DI ACQUA AL GIORNO , la maggior parte della quale andrà comunque consumata lontano dai pasti. L’acqua infatti agevolerà l’eliminazione di tossine e consentirà di regolare la diuresi; entrambi gli aspetti sono utili alla cura della cellulite. La ritenzione idrica va combattuta anche optando per un’acqua minerale povera di sodio. Meglio scegliere sempre delle acque oligominerali.

  • EVITARE CIBI SALATI dato che sono anche ricchi in sodio. Tra questi cibi, oltre le patatine, gli snack e simili, vanno annoverati i dadi da cucina, determinati tipi di salse, i prodotti conservati sotto sale, scatolame, ecc.

  • Preferite COTTURE DELICATE (forno, griglia, vapore, ecc).

  • Ingerire parecchie fonti di VITAMINA C e OMEGA 3.

  • LIMITARE ALCOLICI 

  • TANTA FRUTTA E VERDURA che grazie all’alto contenuto di fibre, purificano il corpo e aiutano a combattere la cellulite. Per quanto riguarda la frutta una netta preferenza va accordata a quella acquosa, ai mirtilli e ai frutti di bosco (dalle note proprietà flebotoniche).

  • Capitolo a parte merita lo SPORT:

è infatti comune il fatto che prima di andare in palestra molte di voi non mangino nulla: 

"SE MANGIO PRIMA DI ANDARE IN PALESTRA BRUCERO' QUELLO CHE HO MANGIATO E TANTO VALE! orrore!! vi rimando al post sulle basi del metabolismo:la formula magica per dimagrire.

Se il vostro problema è la cellulite in palestra evitate in particolar modo : lo SPINNING e tutti gli esercizi che hanno lo scopo di FARE AUMENTARE IL VOLUME  MUSCOLARE DI GLUTEI E COSCE.
 

Il motivo è questo: alla base della PEFS (panniculopatia edemato fibro sclerotica) o CELLULITE vi è un'alterazione dell'equilibrio tra fuoriuscita e riassorbimento dei liquidi a livello del sottocutaneo e creare una spinta, dovuta all'aumento del volume del muscolo sotto la pelle, inevitabilmente altererà la pressione del già precario sistema di drenaggio.

Paragonando il capillare sanguigno ad un tubo di gomma da giardinaggio, che succede se con un piede lo schiacciate?
Si gonfierà a monte dell'ostruzione e dal tubo non uscirà una goccia d'acqua  = OSTACOLO AL DEFLUSSO e RISTAGNO DI FLUIDI.
Preferite quindi l'attività aerobica, step, Gag, zumba fitness, Fit Box ... che oltre a farvi consumare più calorie sono più divertenti e tonificano il fisico in modo equilibrato.
 

Se nonostante questi accorgimenti i risultati tardano ad arrivare e non vi soddisfano si può optare per l'utilizzo di farmaci o prodotti omeopatici a livello locale allo scopo di fortificare le pareti capillari, favorire i meccanismi di riassorbimento dei liquidi e stimolare il metabolismo della cellula adiposa.

Questa metodica prende il nome di MESOTERAPIA, ma ne parliamo domani!

giovedì 11 ottobre 2012

IL MACCARONE MEGLIO AL DENTE O SCOTTO?

La risposta appare ovvia e non è certo un consiglio da dare a noi italiani, maestri nell’arte della pasta! Si tratta di un accorgimento che non attiene solo al gusto, ma anche alle proprietà nutrizionali del carboidrato per eccellenza.


 
ll tempo ideale di cottura deve essere tale da dare una pasta “al dente”, cioè una pasta moderatamente cotta che conservi una certa resistenza alla masticazione. 

La pasta al DENTE è infatti più digeribile di quella molto cotta.

I due maggiori componenti della pasta sono l’AMIDO e il GLUTINE.
Durante la cottura, l’amido assorbe acqua e si gonfia, fino a rompersi e a liberare il suo contenuto mentre il glutine si dispone fra i granuli di amido formando un reticolo più o meno uniforme e regolare che invece tende a trattenere il più possibile i granuli di amido.
Siccome i due processi avvengono quasi contemporaneamente si presenta inevitabilmente una competizione tra l’amido che tende ad ASSORBIRE acqua, gonfiandosi fino a rompersi, ed il reticolo proteico che, coagulandosi, tende invece ad IMPEDIRE questa totale dispersione dell’amido.

La cottura “al dente” è ritenuta più digeribile perché la rete di glutine trattiene al proprio interno i granuli di amido che verranno poi assorbiti in modo graduale (gradualità che si traduce nell’assenza dei picchi glicemici dopo il suo consumo) e la giusta cottura evita che si disperdano le proprietà nutritive dell’alimento nell’acqua preservandone,a parte il sapore,anche la naturale consistenza.
Un lungo tempo di cottura determina invece il progressivo rilascio nell’acqua dell’amido (causa della “patina” sulla pasta e dell’acqua torbida e imbiancata al termine della cottura).

Anche se in teoria l’amido cotto è più digeribile bisogna considerare che il tempo di permanenza della pasta nel cavo orale assume molta rilevanza ai fini digestivi in quanto la digestione dell’amido ha inizio nella bocca per azione della PTIALINA, enzima prodotto dalle ghiandole salivari.
La pasta MOLTO COTTA diventa talmente scivolosa e molle che si tende a non masticarla. Di conseguenza la ptialina non opera la sua digestione e la pasta scotta passa rapidamente nel tubo digerente formando un grosso impasto colloso non semplice da digerire e rendendo molto più difficoltoso il transito intestinale con conseguenti episodi di stitichezza e dolori addominali.

Anche la pasta TROPPO CRUDA  può creare problemi di digestione: quando la parte più interna di essa resta cruda i succhi digestivi non riescono ad agire facilmente perché incapaci di attaccare l’amido poco idratato. I granuli di amido infatti risultano intatti, ancora rivestiti da una capsula di cellulosa, indigeribile per l’uomo.
Per poter essere digerita, la pasta cruda, deve permanere nel tubo digerente a lungo, fino a che i granuli di amido si rigonfiano di liquidi e scoppiano, rompendo l’involucro di cellulosa.

Ecco dunque spiegato il motivo per cui la pasta va cucinata al dente: la sua cottura deve servire solo a far scoppiare il rivestimento di cellulosa.



CONSIGLIO: alla pasta con cottura breve è preferibile quella con un tempo di cottura maggiore, dato il minor indice glicemico.
 

"Maccarone, m'hai provocato e io te distruggo!"

mercoledì 10 ottobre 2012

MANGIA CHE FA FREDDO TI DICEVA LA TUA NONNA!

BISOGNA EFFETTIVAMENTE MANGIARE DI PIU’ QUANDO FA FREDDO?

Questa credenza popolare non è più veramente giustificata nella nostra moderna società. Attualmente infatti siamo dotati di numerose armi contro il freddo (woolrich, piumini, scaldotti ...).e solo a coloro che vivevano senza tutti questi agi nutrirsi più del normale permetteva effettivamente di creare riserve a cui il corpo poteva attingere in caso di necessità.






La temperatura del nostro corpo, indipendentemente da quella esterna, deve aggirarsi intorno ai 37 ° C. La capacità del nostro organismo di mantenere la temperatura interna costante, qualunque siano le condizioni climatiche esterne, è detta termoregolazione. Se fa freddo, il corpo deve produrre calore e si parla quindi di termogenesi, se fa caldo il corpo deve dissiparlo.


Se rimaniamo immobili per un pò al freddo, iniziamo ad avere i brividi molto velocemente, questo riflesso messo in atto dall'organismo permette di produrre calore proprio grazie alle rapide scosse di contrazione. Parallelamente a questo, per evitare che il calore generato si disperda, i vasi periferici si contraggono (vasocostrizione = estremità diventano fredde e pallide) e  il sangue viene reindirizzato verso gli organi interni permettendo la sopravvivenza delle strutture più nobili. 

L'esposizione al freddo stimola poi la liberazione di un ormone, chiamato noradrenalina o norepinefrina, che potenzia l'attività metabolica. Per produrre energia e dunque calore, l'organismo cerca di utilizzare le riserve di zuccheri e solo quando avrà esaurito le risorse di glucosio inizierà ad attaccarsi ai grassi, attraverso un meccanismo chiamato gluconeogenesi (riesce a produrre glucosio a partire da fonti lipidiche).

Questo avviene solo tardivamente in caso di esposizione prolungata al freddo (per almeno 6 o 7 ore di fila). Per un'esposizione puntuale al freddo, magari di una a due ore al giorno, l'organismo non ha dunque bisogno di mobilitare le sue riserve di grasso.

Inutile quindi ingozzarsi di polenta e formaggio o chili di spezzatino per combattere il freddo… 


ma non date questo dispiacere alla nonna, se vi dice di mangiare mangiate! ;-)

martedì 9 ottobre 2012

DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO?

UNA BUFALA! 

 

Prende piede anche in Italia la dieta del gruppo sanguigno, inventata dal naturopata americano Peter D'Adamo. La dieta del gruppo sanguigno , o Bloody type, seguita anche dall'attrice di Friends Courteney Cox, si basa sull'ipotesi che gli alimenti possano innescare nell'organismo reazioni differenti a seconda del gruppo sanguigno di appartenenza.

Lo stravagante regime dimagrante prevede di impostare la propria alimentazione in base al gruppo sanguigno di appartenenza.
I nutrizionisti, però, bocciano la dieta senza mezzi termini: una bufala. «La teoria di Peter D'Adamo non è supportata da evidenze cliniche né da studi, per cui non può essere ritenuta attendibile. La dieta del gruppo sanguigno, oltre a non avere nessun fondamento scientifico, può risultare dannosa data l'eliminazione di alcuni gruppi di alimenti senza una provata necessità».

I CAPISALDI

Secondo le teorie di Peter D'Adamo:

    il gruppo 0 è il capostipite dei vari gruppi sanguigni, una specie di cacciatore, caratterizzato da un fisico atletico e da una predisposizione per i cibi di origine animale (carne). Questi soggetti trarrebbero dunque benefici dalle cosiddette diete iperproteiche e chetogeniche come la dieta a zona o la dieta Atkins. Sono invece sconsigliati i latticini, le leguminose ed i cereali come il pane, la pasta (predisposizione genetica alla celiachia) ed il riso.
Proprio come i veri cacciatori primitivi questi soggetti dovrebbero svolgere regolarmente attività fisiche pesanti.

    il gruppo A è l'agricoltore, comparso soltanto in tempi successivi quando l'uomo conobbe l'agricoltura modificando la propria dieta. Secondo D'Adamo i portatori del gruppo sanguigno A beneficiano di una dieta ricca di alimenti vegetali e cereali; va invece limitato il consumo di carne.
Partendo dal presupposto che quello dell'agricoltore è un lavoro meno pesante del cacciatore, D'Adamo consiglia di associare alla dieta attività fisica "rilassante" o comunque non troppo impegnativa (golf, yoga ecc.)

    il gruppo B caratterizza il nomade, un individuo con un sistema immunitario e digestivo tendenzialmente molto efficace. Secondo la dieta del gruppo sanguigno queste persone sono le uniche che possono consumare latticini con una certa libertà. Gli unici alimenti sconsigliati sono quelli ricchi di conservanti e di zuccheri semplici.
Dato che i nomadi si spostano frequentemente e durante il tragitto hanno tempo di pensare D'Adamo consiglia attività fisiche leggere con un importante componente mentale come il tennis e la camminata.

    il gruppo AB, infine è descritto come l'enigmatico (??) e sta nel gradino più alto della scala evolutiva. Dal punto di vista dietetico e sportivo l'enigmatico si pone a metà tra il gruppo A ed il gruppo B. Può quindi consumare con moderazione un po' tutto i cibi, senza esagerare con i latticini.

Secondo l’ideatore della dieta del gruppo sanguigno, in ogni alimento sono contenute le lectine, particolari proteine capaci di influenzare i gruppi sanguigni, che sarebbero capaci di attaccare i globuli rossi, agglutinandoli.Tale danno dunque andrebbe a spiegare le intolleranze alimentari e i distubi legati a particolari diete.

Cosa dice la scienza a riguardo?
Le varie tipologie di lectine sono presenti nella maggioranza degli alimenti, dunque non sarebbero in grado di attaccare un solo gruppo sanguigno.

E' un regime infondato dal punto di vista scientifico e ogni tipologia di dieta è completamente squilibrata.


Si sa, ultimamente vanno di moda... ;-)





I LIKE SUSHI!

Il sushi è un alimento intrigante e di moda e se vi siete mai chiesti quali siano gli APPORTI NUTRIZIONALI di una cena japan style ecco la risposta!
- Una porzione di sushi apporta circa 850 Kcal, considerando una media di 9

pezzi in cui ogni nigiri (35 g circa) apporta circa 94 Kcal.

- Un NIGHIRI di riso e salmone ha il seguente profilo nutrizionale: proteine 3.1 g; lipidi 0,6 g; carboidrati 19.8 g, sodio 14.7, Kcal 81.

- Una porzione di SUSHI e SASHIMI misto apporterà circa 240 Kcal per 100 g, meno del solo sushi, in considerazione del fatto che saranno presenti porzioni di pesce senza riso.

- Non c’è differenza calorica se il sushi è preparato con le ALGHE in quanto questo tipo di alghe rosse (classe rodoficee), hanno un apporto calorico quasi NULLO e sono ricche in oligoelementi come selenio, zinco, rame, manganese e taurina, elemento che aiuta a prevenire l’insorgenza di calcoli e a mantenere sotto controllo il colesterolo; inoltre il contenuto di vitamina C di queste alghe è più alto di quello delle arance!

Particolare attenzione va prestata alla SALSA DI SOIA perché pur non avendo un elevato apporto calorico (66 Kcal per 100 g, proteine 8,7g, lipidi 0 g, carboidrati 8,3 g) contiene un elevatissimo quantitativo di sale, 55720 mg per 100 g (La dose giornaliera raccomandata è compresa tra 575 e 3500 mg/giorno!).

Le CALORIE AUMENTANO se alle varie forme di sushi e sashimi si aggiungono le zuppe, dei primi o le fritture (tempura).

Per le zuppe, i primi e le fritture si usa il brodo dashi un brodo di pese preparato facendo bollire le alghe con il tonno secco fermentato grattugiato.

Le calorie di una ZUPPA DI MISO (pasta di soia) sono solo 70, con 5 g di proteine 2 g di grassi e 9 g di carboidrati, gli UDON apportano invece per 100g 316 calorie, 8,3 g di proteine, 1,6 g di lipidi e 68 g di carboidrati.

Le TEMPURE, pietanze formate da verdura o pesce in pastella di uovo acqua e farina fritte in olio di sesamo apportano ovviamente molte più calorie, una tempura di 5 pezzi di verdure miste e gamberetti (100 g circa) apporta 300 Kcal, 10 g di proteine, 16g di lipidi e 26g di carboidrati.

Unico accorgimento, scegliete con cura il ristorante, infatti non sono pochi i rischi che conseguono al consumo di pesce crudo!


Buon appetito quindi ,mangiate pure fino ad essere sazi tanto il sushi ha un'ottima digeribilità, innaffiato magari da una bella birretta leggera di origine Nipponica!

PROMEMORIA SUL BILANCIO ENERGETICO

 Calcolando una percentuale sul totale delle calorie consumante in 24h, l’attività fisica contribuisce per il 15-30% mentre il metabolismo basale rappresenta il 60-75% (più un 10% per il mantenimento dell
a temperatura corporea).

La chiave per perdere peso è quindi fare in modo che il corpo bruci calorie a riposo.

Per esempio correndo per un’ora si bruciano 400kcal ma, se si aumenta di sole 50kcal/h il metabolismo basale si bruciano 1200kcal al giorno, senza fare niente!

"meditate gente!"

INCAPACI DI RESISTERE AL CIOCCOLATO?


E' colpa di una sostanza naturale simile all'oppio!

 




L'ENCEFALINA
è una sostanza chimica che viene prodotta dal cervello quando mangiamo cioccolato e altri cibi gustosi e gratificanti, scatenando un eff

etto simile a quello dell'oppio.

Lo rivela uno studio sui topi dell'universita' del Michigan pubblicato sulla rivista Current Biology. Secondo la ricerca, i peccati di gola nascerebbero dall'attivazione di una regione del cervello chiamata neostriato.
Alle cavie sono state somministrate dosi di un farmaco eccitante direttamente nel neostriato per capire quale effetto potesse sortire la sostanza. Ebbene, i topolini hanno iniziato a MANGIARE DOPPIA RAZIONE di noccioline ricoperte di cioccolato rispetto al normale. Non solo, è stato anche osservato che, più i topolini mangiavano, più i livelli di encefalina si alzavano. Questo ha indotto i ricercatori ad ipotizzare una sorta di “ effetto droga” da parte del cioccolato.

L’ encefalina potrebbe quindi essere quindi la benzina che alimenterebbe il neostriato, il motore che indurrebbe a consumare il cioccolato.
Questo meccanismo potrebbe funzionare allo stesso modo anche negli esseri umani ed in effetti questa stessa area cerebrale è attiva quando le persone OBESE vedono il cibo e i TOSSICODIPENDENTI vedono immagini legate alla droga!

"ecco spiegato perchè quando apri una sacchetto di m&m's difficilmente riuscirai a non finirlo!"

IL TE' VERDE

Il tuo alleato naturale nella dieta!

Il tè verde presenta infatti diverse qualità:

- È un buon TERMOGENICO capace d´incrementare la produzione energetica promuovendo l´utilizzo dei grassi a scopo energetico, riducendo la percentuale di grasso corporeo.

- Ha un elevato POTERE ANTIOSSIDANTE e contrasta efficacemente l´azione negative dei radicali liberi.

- Ha un effetto ANSIOLITICO e RILASSANTE.

Le due molecole che analizziamo sono la TEANINA e l’EPIGALLOCATECHINA GALLATO.

La proprietà più conosciuta e pubblicizzata della TEANINA riguarda l’ effetto antistress, ansiolitico e rilassante. Non a caso, il suo precursore (l'acido L-glutammico) è da tempo noto per essere un aminoacido importante per il buon funzionamento del sistema nervoso centrale, in quanto precursore del GABA. Il GABA, o acido gamma-aminobutirrico, è un neurotrasmettitore ad azione inibitoria che promuove la sensazione di RILASSAMENTO e molti farmaci ad azione sedativa, miorilassante, anticonvulsivante ed ipnotica sfruttano questo neurotrasmettitore.

Le proprietà rilassanti, antistress, antidepressive, ansiolitiche ed ipnotico-sedative della teanina, sono state confermate dall'incremento dell'attività delle onde cerebrali di tipo alfa registrate mediante elettroencefalogramma.

Tra le ulteriori e proprietà della teanina, ricordiamo la capacità di alleviare gli effetti della SINDROME PREMESTRUALE, i cui sintomi (affaticamento muscolare, cefalee, nausea, ansia persistente, irritabilità, spossatezza, disturbi del sonno ecc.) potrebbero essere correlati all'effetto degli ormoni sessuali sul rilascio di neurotrasmettitori, in particolare di serotonina.

L’ EPIGALLOCATECHINA GALLATO (EGCG) in recenti studi ha dimostrato di incrementare l´effetto termogenico della caffeina e di prevenire l´accumulo di grassi. Sembra infatti che le EGCG agiscano sinergicamente con le metilxantine promuovendo di conseguenza il rilascio di noradrenalina, amplificando gli effetti della caffeina. A questo si associa la RIDUZIONE DELL’ASSORBIMENTO DEI TRIGLICERIDI durante l'adipogenesi e promossa l'attività LIPOLITICA, come evidenziato dall'aumento di conversione dei trigliceridi in acidi grassi e glicerolo. Proprio attraverso la misurazione dei livelli di glicerolo rilasciato, i ricercatori hanno dimostrato come l'estratto di tè verde aumenta l'attività lipolitica negli adipociti.

Le EGCG presentano inoltre un’ATTIVITÁ ANTIOSSIDANTE 100 volte superiore a quella della vitamina C e 25 volte superiore a quella della vitamina E.
Per i più curiosi ecco un articolo interessante:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15005829

“alla prossima puntata!”

NON RIESCI A DORMIRE?




Per garantirsi notti più tranquille è importante NON SBAGLIARE L'ALIMENTAZIONE. In aiuto ai tanti che soffrono di insonnia, ecco un vademecum per conciliare un buon sonno.

A cena è fondamentale EVITARE
cioccolato,

cacao, caffè e superalcolici e attenzione ai cibi con ELEVATO CONTENUTO DI SODIO. Vanno perciò banditi alimenti con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza, ma anche patatine in sacchetto, salatini e piatti nei quali è stato utilizzato dado da cucina. Anche gli alimenti in scatola, così in voga quando la consorte o i genitori sono fuori casa, sarebbero da limitare per l'eccesso di sodio e di conservanti.

Esistono invece cibi che AIUTANO A CROLLARE tra le braccia di Morfeo: innanzitutto pasta, riso, orzo, pane e tutti quelli che contengono un aminoacido, il TRIPTOFANO, che favorisce la sintesi della serotonina, detto anche l'AMINOACIDO DEL SORRISO! :-)

BENE nella dieta serale anche a legumi, uova bollite, carne, pesce, formaggi freschi e yogurt. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione mentre, tra le verdure, al primo posto la lattuga seguita da radicchio, cipolla e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno.
Un bicchiere di latte caldo, giusto prima di andare a letto, oltre a diminuire l'acidità gastrica che può interrompere il sonno, fa entrare in circolo durante la digestione elementi che favoriscono una buona dormita.

Infine, un dolcetto ha un'azione antistress, così come infusi e tisane dolcificati col miele.

Esistono degli INTEGRATORI NATURALI a base di teanina (estratta dal tè verde) che aiutano a regolarizzare il ritmo sonno veglia, ma ne parliamo domani!

"... buonanotte!"