Pancia gonfia, meteorismo, flatulenze, brontolii
intestinali, dolori addominali, diarrea. Una classica allergia ai cibi?
No, perché gli allergologi non riescono a dimostrarla
con test specifici.
Non è celiachia, cioè una intolleranza al glutine,
perché i gastroenterologi non trovano anomalie della parete dell’intestino, né
anticorpi anti-glutine.
E non si tratta nemmeno di un morbo di Crohn, una
malattia infiammatoria cronica, perché la colonscopia è negativa.
Eppure i disturbi ci sono e il paziente non si sente
bene: tecnicamente sarebbe sano perché gli esami medici sono tutti normali, ma
soggettivamente sta male.
Spesso queste
situazioni vengono etichettate come sindrome
del colon irritabile, che, però, non è una diagnosi. Ecco allora che, da
qualche tempo, sta emergendo l'idea che possa trattarsi di intolleranza ai
cibi: non una vera e propria allergia (quindi non si trovano gli anticorpi
specifici, chiamati IgE, diretti verso particolari alimenti), ma qualcosa di
diverso che sta trovando conferme scientifiche.
Quelle che comunemente vengono
chiamate “intolleranze alimentari” sono, in realtà, delle reazioni
avverse (non tossiche) a determinati alimenti, che alcuni indicano con il termine
di “allergie ritardate”.
Rispetto alle allergie, queste
reazioni sono dose dipendenti e sono ritardate nel
tempo, poiché i sintomi possono comparire anche nell'arco di 72 ore dall’ingestione
dell’alimento.
Elemento comune con le allergie,
invece, è il coinvolgimento del sistema immunitario, seppure non si tratti di
reazioni IgE mediate. Gli ultimi studi mostrano che la mediazione avviene
tramite le immunoglobuline di classe G (IgG) ma in particolare quelle di
sottoclasse 4 (IgG4).
Capita a volte, pur senza essere
affetti da una malattia precisa, di soffrire di disturbi ricorrenti e
persistenti di cui non si riesce a venire a capo: gonfiori, capogiri, cefalea,
stanchezza cronica, dermatiti o improvvisi cambiamenti di peso, ma anche
astenia, insonnia, forme lievi di depressione. La causa potrebbe essere un’ intolleranza
alimentare, fenomeno che negli ultimi anni si è ingigantito in maniera
esponenziale: studi europei stimano una percentuale di incidenza delle intolleranze intorno
al 13% nei bambini e al 10% negli adulti.
In pratica è
l’intestino che si ribella ai cibi “sbagliati”
Le persone che sono affette da intolleranze accusano disturbi per anni, provando ogni tipo di cura senza accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento non gradito al loro metabolismo. L’ intolleranza può essere dunque il sintomo di una reazione dell’organismo a cibi comuni, insospettabili, ma che costituiscono uno stimolo tossico capace di dare luogo a numerosi problemi. Quando questi cibi sono assunti a lungo e in quantità elevate, creano un accumulo di sostanze sgradite che danno luogo ai vari disturbi. L’organo coinvolto in questo processo è in primo luogo l’intestino, che recepisce alcuni cibi come “tossici”, coinvolge il sistema immunitario e scatena le reazioni infiammatorie.
Le persone che sono affette da intolleranze accusano disturbi per anni, provando ogni tipo di cura senza accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento non gradito al loro metabolismo. L’ intolleranza può essere dunque il sintomo di una reazione dell’organismo a cibi comuni, insospettabili, ma che costituiscono uno stimolo tossico capace di dare luogo a numerosi problemi. Quando questi cibi sono assunti a lungo e in quantità elevate, creano un accumulo di sostanze sgradite che danno luogo ai vari disturbi. L’organo coinvolto in questo processo è in primo luogo l’intestino, che recepisce alcuni cibi come “tossici”, coinvolge il sistema immunitario e scatena le reazioni infiammatorie.
Le intolleranze alimentari sono
una reazione lenta, subdola e progressiva dell’intestino che non tollera
l’ingestione massiccia di certi cibi, come ad esempio il grano, i latticini, le
uova, ecc. A differenza delle allergie, le intolleranze si
manifestano gradualmente e non in modo violento, e sono sempre associate alla
quantità dell’alimento che viene ingerita.
La diagnosi: si effettua con esami specifici
attraverso il prelievo di una sola goccia di sangue capillare. Molto utile è la
dieta di eliminazione sotto controllo medico: evidenzia se i sintomi si
attenuano togliendo il cibo sospetto.
E ora, valuta da
solo se sei un tipo intollerante!
Leggi qui sotto,
annota i tuoi sintomi e scopri se sei a rischio
Ecco un elenco dei sintomi più
comuni delle intolleranze alimentari: se ne hai più di 5, potresti
essere un soggetto a rischio.
Sintomi organici
- Afte
- Artrite
- Asma
- Cefalea
- Coliche
- Diarrea
- Dolori muscolari
- Dimagrimento o ingrassamento eccessivi e
improvvisi
- Gas intestinali
- Intestino irritabile
- Nausea e vomito
- Sinusite
- Stipsi
Sintomi
epidermici
- Acne
- Cellulite
- Eczema
- Dermatite atopica
- Orticaria
- Ritenzione
Sintomi
psicosomatici
- Ansia
- Depressione
- Disturbi del sonno
- Sindrome premestruale
- Stanchezza cronica
"Basta poco per trovare una soluzione!"
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